venerdì 22 ottobre 2010

Verso Nord...

I viaggi più belli sono quelli non programmati e non organizzati. Questa è una affermazione decisamente ovvia. Ma chi ha provato davvero l'esperienza di partire conoscendo poco o nulla della destinazione, del percorso e dei propri compagni di viaggio, sa che la bellezza di un viaggio del genere non è così ovvia. Può capitare di partire per così dire "alla cieca" per motivi diversi. Perchè si è molto giovani e non ci si preoccupa dei rischi, perchè si è sulle ali dell'entusiasmo per qualcosa o per qualcuno, o perchè si è costretti a farlo. Quello che accomuna questi viaggi è l'intensità delle emozioni e la profonda traccia che lasciano nella memoria.
La nostra esistenza assomiglia molto a un viaggio improvvisato. Non scegliamo di partire, non sappiamo con chi viaggeremo, non sappiamo quando arriveremo e, per quanto sia difficile da accettare, non decidiamo quasi affatto la nostra destinazione. E se noi poveri umani riuscissimo a vivere questo grande viaggio, sulle ali dell'entusiasmo con cui un adolescente parte per una vacanza non organizzata, tutto della nostra vita avrebbe i colori dell'avventura, la sua intensità e profondissimi ricordi.
Io sono nato e vivo in una parte d'Italia a cui tutti gli italiani danno il nome di un punto cardinale: il Sud. Ma in questo piccolo monosillabo coesistono significati molto più che geografici. Quasi sempre si tratta di significati negativi. Nell'idea di Sud si muovono vicende umane di popoli e culture, davvero più grandi di un semplice punto cardinale. Quello che in Italia chiamiamo Sud è incredibilmente più che una direzione o una zona: il Sud è un luogo della mente.
Qui al Sud, l'idea del viaggio è quasi totalmente, per ragioni logistiche, rivolta al punto cardinale opposto. Noi, qui al Sud, se viaggiamo, di solito andiamo verso Nord. E io, infatti, perlopiù è lì che vado. Quella volta partii, volando sulle potenti ali di un entusiasmo che sapeva di salvezza, di uscita dal buio. Avevo l'energia di chi, inaspettatamente, stava scampando a una fine certa. Il treno che mi portava verso la mia via d'uscita aveva un fascino molto forte. Tagliava l'intero Paese da Lecce a Bolzano in una sola notte tenendo, quasi fino alla fine, il mare alla sua destra e gli Appennini alla sua sinistra. Vicini, che guardando fuori dal finestrino li si poteva quasi toccare. E giungeva in mezzo alle Alpi ogni volta nello stesso momento: all'alba. Un'alba che sapeva di sole, a prescindere dalla metereologia.
E proprio come chi parte non preoccupandosi dei rischi, non avevo nessuna paura. Nonostante non sapessi nulla di quel viaggio. Dove veramente mi stava conducendo, con chi mi sarebbe toccato condividere la strada, che tempo avrei trovato e quanto sarebbe durato. Quel viaggio assomigliò fortemente alla mia vita. Una vita in cui, allora, tutto era davvero Sereno.

1 commento:

  1. QUI CI TROVO IL MIO OPPOSTO.
    NON HO MAI AMATO VIAGGIARE DA SOLO.
    QUANDO LO FACEVO, QUANDO CANTAVO LA LIRICA, SOFFRIVO E POI LASCIAI PERDERE TUTTO. RICORDARE LE ROTAIE ....
    NON VIAGGIO PIU' DA SOLO.

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